Le merende… degli altri.

Merende degli altri

C’è un’immagine molto carina che gira sul web, e recita la frase “facciamo un brindisi, perché è Irlanda da qualche parte!”
Sarebbe bello poter dire lo stesso: “facciamo merenda, perché da qualche parte sono le 17!!!”
Ma come sono le ore17 degli altri?
Le ore17 più famose del mondo sono certamente quelle inglesi: le conosciamo fin da bambini, e quando guardiamo Mary Poppins o leggiamo “Il giro del mondo in 80 giorni” comprendiamo come il tea time sia un momento davvero speciale per il popolo che l’ha inventato.
In realtà si tratta di un’usanza relativamente recente, la cui nascita è attribuita ad Anna, Duchessa di Bedford, intorno al 1840. La Duchessa si ritrovò un giorno con un poco aristocratico buco nello stomaco, la cena non sarebbe stata servita prima delle 19.00, così la Nostra ordinò che le fossero portati in camera tè, pane, burro e torta, e questa sembrò a tutti un’idea così buona (e gustosa) che presto si diffuse fino a diventare la leggenda che conosciamo oggi.
Cosa si mangia, all’ora del tè? Ovviamente il tè, tradizionalmente preparato sfuso in una teiera, accompagnato da quelli che oggi chiameremmo finger food: tramezzini, in particolare con uova, cocomero o salmone affumicato, seguiti dai tipici scones con marmellata o panna. Non mancano poi i muffin inglesi (da non confondere con quelli americani) simili a panini morbidi, da affettare sottili e imburrare, pane tostato e imburrato come lo volle Anna la Duchessa. Ovviamente la tradizione varia nelle diverse aree del Regno Unito, fino a trasformarsi in Scozia in una vera e propria cena con uova, bacon e bistecca.
Sempre originario della Gran Bretagna è un altro spuntino molto famoso, che non si svolge alle ore17, ma che, curiosamente, ne deriva…. Indovinate? Parliamo del famosissimo brunch a stelle e strisce!
La tradizione fa risalire la nascita del termine al 1895, ad un articolo dello scrittore Guy Beringer sulla rivista Hunter’s Weekly. In questo articolo l’autore auspicava la sostituzione del tè/cena della domenica (una cena anticipata che si svolgeva dopo la Messa del pomeriggio) con un pasto alternativo che si svolgesse intorno a mezzogiorno. Il motivo? Permettere ai festaioli del sabato sera di alzarsi più tardi, “promuovendo così la felicità umana”.
Oggi il brunch è declinato in mille modi, ma mantiene la sua caratteristica di fusione fra pranzo e colazione, e include sia torte, pane e marmellata, sia piatti più impegnativi come uova, salsicce, torte salate, insalate di vario tipo, e può essere accompagnato da un sobrio tè o da scelte più azzardate come Bloody Mary e Bellini.
Tornando infine a casa nostra, lasciate che vi parli (e che vi inviti a provare!) della merenda sinoira, misconosciuto tesoro piemontese. La merenda sinoira nasce come pasto contadino, da consumarsi fra i lavori pesanti del pomeriggio e quelli “della sera”, per esempio i lavori nella stalla. Nella sua forma più completa si svolgeva quando c’erano in campagna lavori pesanti, alla fine dei quali tutta la famiglia si riuniva.
Si svolgeva quindi appunto intorno alle … ore17! La composizione variava a seconda delle zona, ma includeva (e include) formaggi come toma e caprini, tomini sott’olio o conditi con aceto e pomodoro, i salumi tipici compreso il “salame di patate”. Non mancavano l’antipasto piemontese, uova e insalate, fiori di zucca, trote in carpione. Oggi è diventata una golosa abitudine, tutta da provare.
In conclusione, quando facciamo merenda, non ci togliamo uno sfizio, ma rinnoviamo un rito ricco di tradizioni: non vi sembrano già più buoni il vostro succo di frutta e la vostra merendina?

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