Racconti di merenda

  Quando ero piccola abitavo in un piccolo paesino di campagna e stavo tutto il tempo in mezzo alla strada, anzi in mezzo ai campi. Anche d’inverno si giocava sempre all’aperto, nei fossi ghiacciati o nelle serre improvvisate fatte di teli di plastica per coprire le verdure. Sempre in giro in bicicletta, sul monopattino (il nonno del moderno skate sul quale facevamo ben poche acrobazie ma ci ritrovavamo sempre a terra)o su pattini pesantissimi a quattro ruote. Sempre con le ginocchia sbucciate, medicate con il mercurio che bruciava tantissimo e faceva più male della ferita provocata dalla caduta. Sempre in compagnia. Comitive di una decina di bambini tra i quali c’era la mia amica del cuore: Simona. E con lei alle cinque facevo merenda. Ci si […]

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  La merenda era il momento della giornata preferito da Anita. Lo aspettava con ansia mentre era a scuola, mentre mangiava la pasta con il sugo a pranzo e mentre faceva i compiti. Alzava lo sguardo verso l’orologio e poteva sentirsi invadere di quella inquietudine felice che le regalava l’orologio del salotto. Mancavano ancora più o meno 28 minuti al richiamo della nonna dalla cucina, ma lei sapeva di non poter aspettare. Scendeva dalla sedia e si precipitava nel locale che più di tutti adorava: qui dal niente veniva creato il tutto, da ingredienti slegati nascevano spume di meringhe, pan di spagna soffici e profumati, creme pasticcere così vellutate che metterci un dito dentro per assaggiarle le dava la sensazione di rovinare un’opera d’arte. Per […]

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Piove, piove ormai da giorni. In questa stagione è normale e non dovrei esserne stupita, ma piove ed io odio la pioggia. Tutto diventa attaccaticcio, l’umidità amplifica gli odori e la città sembra impazzita. Il ritmo cambia e diventa caotico, concitato ed in certi momenti, quando sono lì fuori, vorrei mettermi ad urlare e chiedere a tutti di fermarsi a respirare per un attimo, ma visto che non si può, mi fermo io. Così oggi dopo aver portato la bimba a danza metto in atto il mio progetto: un’ora di tranquillità. Raggiungo a piedi, di corsa e senza ombrello, una vecchia caffetteria poco lontana, entro, mi scrollo di dosso la pioggia e punto un tavolinetto tondo con accanto una poltroncina rossa giusto giusto vicino alla […]

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