Ricordi di giochi e di merende
Qualche giorno fa all’uscita della scuola di mia figlia ho incontrato una vecchia amica d’infanzia. È stato un tuffo nel passato e dopo esserci aggiornate sugli ultimi 20 anni – beh, dai anno più o anno meno – ci siamo ritrovate a parlare di quando eravamo piccole e dei tanti pomeriggi passati insieme.
Eravamo inseparabili. I momenti più belli erano quelli in cui potevo andare a casa sua a giocare dopo la scuola. La sua mamma era fantastica, ci faceva trovare ogni volta una merenda nuova, sempre deliziosa ma c’era un piccolo segreto: lei faceva la cuoca e quando il lavoro glielo permetteva, ed era a casa il pomeriggio, ci metteva indosso dei grembiuli, in mano arnesi vari – di molti ignoravo e continuo a ignorare l’utilizzo ma questa è un’altra storia – e con lei ci immergevamo nella creazione di qualcosa di buono.
Mi piaceva stare lì, soprattutto d’inverno, quando fuori faceva freddo e la cucina si riempiva di un odore buono, delle nostre risate e dei pasticci che combinavamo. Mi piaceva che lei ci permettesse di mettere le “mani in pasta”, come si suol dire, di sperimentare, di dare sfogo alla nostra fantasia, senza perdere mai la pazienza.
Fingevamo di essere due famosissime chef che giravano il mondo alla ricerca d’ingredienti introvabili o streghe alle prese con pozioni e filtri da rifilare alla nostra compagna che, diciamoci la verità, ci stava un po’ antipatica.
Potevamo essere quello che volevamo, quello era il bello! E poi la parte migliore arrivava quando assaggiavamo le nostre creazioni, che per magia, o forse per gli immancabili aggiustamenti della mamma-cuoca, erano sempre buonissime!