DolceSalato

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È mattina  e il sole comincia a scaldare.

Sfreccio sull’altalena e sento l’aria fresca sulla faccia e il profumo dei polli allo spiedo che si stanno dorando fuori dalla gastronomia: il loro profumo ha invaso tutta la piazza e gli stomaci si stanno aprendo.

Vedo la nonna uscire dal negozio e mi precipito giù dalla scalinata per raggiungerla: è ora di tornare a casa a preparare il pranzo. Le campane suonano mezzogiorno.

Tra le borse della spesa della nonna vedo anche il sacchetto bianco del panettiere, dentro si intravede l’involucro di carta assorbente bianca: focaccia.

Oggi mi aspetta la mia merenda preferita: tè caldo e focaccia. Dolce e salato. Non me la concede tutti i giorni, chissà perché.

Il tè della nonna non è come tutti gli altri, lei deve avere qualche segreto che tutt’oggi non riuscita a scoprire. Utilizza quello classico di una famosa, famosissima marca, quello che profuma di bergamotto. Lo usa solo in foglie, dice che quello in bustina non ha sapore. Me ne prepara sempre un bel tazzone e il suo profumo agrumato si diffonde in tutta la casa.

La merenda si fa rigorosamente alle quattro. Risalgo dal cortile dove stavo giocando con gli amici, mi lavo velocemente le mani e mi siedo a tavola, dove la tovaglietta è già pronta, lì ad aspettarmi. La nonna arriva con il tazzone fumante e un piattino con la focaccia. Ha già provveduto a tagliarla a cubetti.

Porta al nonno la sua tazza di tè (assai più piccola della mia), il nonno la appoggia sul tavolino, ma non si muove dal divano, resta lì a fare i cruciverba. Tanto lui non mangerà nulla.

Lei invece si siede accanto a me e mentre io sorseggio la sua speciale, aromatica bevanda, si concede uno dei pezzetti di focaccia, tanto ce n’è per tutt’e due.

Dalla finestra aperta entra il profumo dell’aria di montagna, il canto di un gallo fuori orario, il rumore di chi lavora il legno e le pietre e si vede il verde dei boschi. Mai mi potrò sentire a casa, come in quel momento.

 

 

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