Compiti e merenda
“Prima il dovere poi il piacere!”.
Ecco, ci siamo, l’ho detta. Ho detto la frase tremenda, quella che ti trasforma da giovane mamma molto avanti in una copia inacidita di tua madre (perché la tua mamma nei tuoi ricordi è sempre meno acida di quanto sei tu ora).
Quando l’ho detta è facile intuirlo: a mia figlia, a proposito dei compiti, mentre lei lagnava nel peggior “lamento-style” che solo i figli riescono a tirare fuori quando vogliono qualcosa.
“Voglio fare merenda e guardare i cartoniiiiiiiiii!”.
In loop, senza soluzione di continuità.
E no bella la mia bambina, non funziona così.
Alle 14.30 si fanno i compiti, cascasse il mondo. La merenda viene dopo, i cartoni forse.
Poi però è un diritto e sono convinta che lo si dica anche in un qualche codicillo della Carta dei Diritti dell’Uomo.
La merenda dopo i compiti è sacra! La mia preferita da piccola era una cosa che quando lo racconto tutti mi guardano come se fossi pazza e invece era buonissima: pane, stracchino e zucchero. Buono buono buono! Un peccato non aver mai imparato a tagliare i baulini di pane come riusciva a fare mia nonna. A me si rompono sempre mentre lei, ex bottegaia, riusciva a fare fette sottili e perfette.
Però io ho una figlia blasfema che sgranocchia tre biscotti e basta. Quella davvero appassionata e che difficilmente rinuncia a questo piacere infantile sono io.
Mi preparo il tè, lo sistemo sul vassoio, scelgo con cura cosa mangiare cercando di alternare i sapori da un giorno all’altro perché la noia a tavola credo sia un reato grave.
È la pausa nei miei pomeriggio fra lavoro, seguire la nana nei compiti e giostrarmi fra una cena da preparare e un bucato da stendere.
È il MIO momento, quello in cui cascasse il mondo mi fermo e mi godo qualcosa di buono che mi faccia sentire bene.
E magari mi siedo con mia figlia sul divano e guardiamo i cartoni animati insieme. Oppure ce la gustiamo sdraiate per terra facendo un puzzle o a tavola mentre leggiamo un bel libro… l’importante è godersela tutta!