La merenda tra le favole

favole e merenda

“Mamma, leggiamo la favola?”
Mia figlia è stata ufficialmente nominata al titolo ad honorem di “incoraggiatrice alla lettura a quattro mani”.
La sua carica prevede, almeno una volta al giorno, la mansione di estrarre uno dei 1.589 libri di favole allineati per altezza (e anche colore. Vi prego, questo aspetto patologico che ho involontariamente trasmesso alla bambina verrà trattato in seguito) dalle mensole della sua cameretta e di seguire la liturgia di dedicarci a un racconto  fantastico mentre facciamo merenda insieme.
Della fila di libri pressoché infinita all’occhio umano che occupano come tanti soldatini ligi al dovere la stanza di Camilla ce ne sono diversi che appartengono alla mia infanzia.
Se uno di loro viene scelto, l’impresa di raccontare Cappuccetto Rosso, o Pelle D’asino o Pollicino non è proprio semplice. Almeno tre pagine di ciascuna storia sono unite tra di loro attraverso collanti insoliti: macchie di marmellate risalenti alla metà degli anni ‘70 (ce n’era una alle amarene con tocchi interi di zucchero che faceva una amica di mia nonna che “il mio regno per un vasetto di quel miracolo di confetteria”), aloni di crema di nocciole e briciole di merendine dalla natura ormai sconosciuta (bisognerebbe intervenire con il carbonio 14 per capirci qualcosa).
Da qui la prova evidente di quanto amassi lettura e merenda insieme. Una coppia inossidabile come Stanlio e Ollio. Non puoi pensare a uno senza che ti venga in mente l’altro.
“ E allora Cappuccetto Rosso entrò a casa della nonna e vide subito che…”
“che…?”
“che…aspetta che pag. 31 e 32 sono diventate una cosa sola. C’è di mezzo una macchia di un nuovo colore che potrebbe aggiungersi alla gamma esistente… ”
“dai, mamma, che…?”
“aehm, continuo a raccontartela io?”
“dai, stacca le pagine voglio vedere anche la figura del lupo vedi? Se la guardi contro la luce c’è un lupo con la cuffia!”
Suppongo dalla trasparenza del foglio che  ci sia finito un frammento di mortadella…
“Cami, credimi, è un’impresa staccare queste pagine. Se vuoi te la racconto io oppure prendiamo il tuo libro delle favole nuovissimo. Tieni, intanto mangia questa … (e le porgo una merendina appena scartata)
“ok, vdoapredrilmilibr….”
Quando mia figlia fa merenda tra lei e un criceto che fa provviste caricandosi le guance di semi di girasole c’è ben poca differenza, a volte.
“Eccolo qui! Anche se il tuo libro mi piace di più…allora eravamo arrivate a Cappuccetto Rosso che entra a casa della nonn…ooopsss…!”
“Tranquilla amore mio. Togliamo il più della cioccolata dalla pagina e se dovessero incollarsi figure e lettere tra di loro potremo sempre dire che si tratta di una sana tradizione merendosa di famiglia!”
Camilla ride divertita mostrandomi i dentini glassati di zucchero e nocciole, io finisco di raccontarle di quella nonna che “ma che orecchie grandi che hai!”

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