Ricordi d’infanzia: le sorprese delle merendine
Erano belle, tante, ricercatissime.
Le sorprese delle merendine erano la vera merce di scambio della generazione che negli anni ’80 frequentava le scuole elementari.
Quello che nel decennio precedente erano figurine e bamboline di carta, ovvero una merce di scambio nonché il simbolo del prestigio nanesco, erano per noi questi oggetti meravigliosi che uscivano da altrettante meravigliose scatoline di cartone.
Figurine, pupazzetti, gommine profumate (ahhhhhhh! le gommine!!!) diventavano un oggetto del desiderio senza pari.
Anche perché secondo me erano creati da veri geni del marketing. Ok gli spot belli belli, ok i prodotti buonissimi ma dai, siamo onesti, la prima cosa che facevamo tutti quando aprivamo la confezione era ravanare in caccia del prezioso pacchettino.
C’erano poi tre tipologie di cacciatori di sorpresine:
- I collezionisti: veri cacciatori di regali, erano il terrore di ogni genitore perché al ritrovamento dell’eventuale odiatissimo doppione il rischio di urla belluine era altissimo. Per loro era una questione di principio e pur di aggiudicarsi il pezzo mancante erano capaci di estenuanti appostamenti per convincere i propri compagni a “scambiare”. Ora vendono quelle collezioni a prezzi folli (ve lo assicuro: le vedo al mercatino dell’usato e mi prende un colpo ogni volta!)
- I noncuranti: quelli che potevano permettersi di cercare le sorpresine una volta sì e dieci no perché, avendo famiglie che potevano permetterselo, al momento di finire la collezione avrebbero solo dovuto ordinare i mancanti e pagarli. Invidiati da tutti si perdevano però la parte più divertente della cosa: la caccia (ma anche il pacchettino che profumava per giorni di crema al cioccolato per quanto fosse ben sigillato in una confezione di plastica)
- I giocosi: la maggior parte dei bambini voleva le sorprese per un unico motivo e cioè giocarci. Io ero una di loro e ricordo quanto mi piaceva usare le gomme di varie forme per sostituire i piatti mancanti dal servizio della Barbie (ma dove finivano quei piattini?!?) o addirittura i suoi pasti. E i pupazzetti? Quelli a forma di bebè diventavano i suoi bambini, gli animaletti andavano a fare le veci dei costosissimi originali e le figurine diventavano i quadri della sua casa.
Sì, a qualunque categoria si appartenesse, aprire il pacco delle merendine in caccia della scatolina piena di meraviglie era un’emozione quasi magica.
Ma voi di quale categoria facevate parte?