Il rito della partenza…

rito partenza

Ci siamo passate tutte: una separazione dal cucciolo, una partenza per lavoro, breve o lunga che sia, può diventare moolto complicata. Noi, frenate da un sottile senso di colpa, e lui che non fa niente per rendere le cose più facili….anzi. Certe volte si inscena un piccolo teatrino tragicomico, come questo.

Sveglia puntata alle 6.30. Taxi alle 7.00. Aereo alle 9.00.

Mi sveglio di soprassalto e guardo l’orologio: 6.28. Mi ha svegliato un rumore familiare di passetti e il bisbiglio:

– Mammaa… devo fare pipì…

– Piccolo, va in bagno, ormai sai andare da solo, su.

– Mammaaa… ho il naso otturato…

– Ecco, bene. Ti sei raffreddato di nuovo. Mettiamo lo spray di soluzione salina, vieni qua.

– Ma Mammaaa… posso rimanere qui con te?

– Io ora devo andare. Mettiti qui, c’è papà (ZZZ). Io vado, eh.

– Dove vai?

– Al lavoro. Ho un aereo, ma torno stasera.

– Nooooooo…

– Ma sì amore, lo sai che torno.

– No mammaaa…

Sta per piangere…. Oddio no, ora farò tardi. Mannaggia le pipì delle 6.28! Mi si è attaccato al braccio stile polpo… Lo abbraccio e lo sbaciucchio per qualche minuto, gli dico che cercherò di tornare presto. Poi prendo i vestiti e li porto su. Non ho più il tempo per il caffè… 6.45…

Una secchiata d’acqua fredda in faccia e passo al trucco. Ma quale trucco? Mannagg’, l’ho lasciato giù. E qua serve una cazzuola, altro che ombretto. Ripasso davanti alla camera da letto e il cucciolo mi intercetta immediatamente, si siede nel letto e ricomincia:

– Mammaaa…. torni prestissimo, promesso?

– Ho detto che ci provo, amore (mai fare promesse su treni e aerei…)

 

Torno su. E…. mancano ancora il fondotinta e il fard. Devo riscendere giù. Questa volta lui fa finta di non vedermi mentre cammino come la pantera rosa, e volge gli occhi al cielo.

– Beh mamma. Ma ora te ne vai o no?

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