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L’estate, il caldo, il profumo di tigli, caprifoglio e gelsomino. E quel ligustro sfuggito alla potatura a siepe che era diventato un albero strano e bitorzoluto. Lo ricordo perfettamente. Ora non c’è più, ma allora campeggiava nel giardino dei miei genitori e aveva rami perfetti per arrampicartici sopra anche se eri una bimbetta tutta altezza e ossa. Ricordo estati calde, ma in cui ancora potevo respirare senza che l’afa mi opprimesse, e ricordo le pile di libri da leggere per il puro gusto di farlo. Piccole Donne, La Piccola Principessa, Polyanna, ma anche La Terribile Banda dei 13 Pirati, La Freccia Nera, I Tre Moschettieri. Li prendevo e me li portavo ai piedi dell’albero, dopo di che rubavo le cassette dell’acqua (sì, allora si facevano […]

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