Il racconto breve: qualche consiglio utile
Se scrivere è un arte, scrivere racconti brevi è la sintesi di un’arte.
Un storia breve significa essere in grado di muoversi in uno spazio limitato; saper raccontare nel modo più conciso possibile, racchiudere una vita in poche parole.
Avendo poche righe a disposizione, la struttura del racconto dovrà essere solida e nulla deve essere lasciato al caso: tutto deve essere funzionale alla storia.
I tempi sono rapidi e precisi; le immagini vivide, pochi personaggi ma indimenticabili. Questi devono essere ben delineati in poche pennellate (devo sapere tutto di un personaggio, ma non necessariamente dire tutto), bisogna conoscere i loro caratteri ma soprattutto la funzione che svolgono nella trama. Questo non significa essere banali e sbrigativi nella descrizione di uno stato d’animo, ma piuttosto farlo attraverso la descrizione di un dettaglio o di un’azione: il personaggio infatti è l’azione che compie. Anche i dialoghi rivelano il modo di pensare e di agire di un personaggio.
Qualcuno di voi su Ore17 è stato molto bravo nel presentare in questo modo alcuni personaggi importanti della sua vita.
Qualcun altro ci ha chiesto dei consigli per imparare ad affinare la propria scrittura narrativa: consiglierei di esercitarsi proprio nella pratica del racconto breve! I generi possono essere vari: fantastico, noir, giallo, rosa, favola, di fantascienza, d’avventura, umoristico. La trama prevede un inizio, uno svolgimento e una fine, ma il percorso può essere vario: ci possono essere intrecci, conflitti e tensioni che cercano una risoluzione e che destano l’attenzione in chi legge. In un racconto breve sarà bene avere un’idea forte con un buon finale, magari a sorpresa, qualcosa che possa colpire il lettore come un cambio di prospettiva (e anche qui qualcuno di voi si è sbizzarrito e ci ha fatto sorridere!).
Inoltre consideriamo che non si scrive mai per se stessi ma per essere letti, perché scrivere è una forma di comunicazione e non una forma di solitudine: si scrive per raccontare qualcosa a qualcuno, il che significa prima di tutto farsi capire, per quello che si vuole raccontare e per come lo si vuole raccontare. Fare un buon uso della propria lingua madre e della punteggiatura è fondamentale: il lettore altrimenti potrebbe non capirvi.
Per scrivere dei buoni racconti il primo consiglio è leggerne tanti e di buon livello: i maestri del genere sono Edgar Alan Poe, Ernest Hemingway, Alice Munro, John Cheever, Anton Čechov, Stephen King, Joyce Carol Oates, e in Italia Dino Buzzati, Italo Calvino, Stefano Benni.