Biglietti di auguri “fuori stagione”
Durante le feste ne abbiamo preparati tanti… dal semplice “Buon Natale” che abbiamo rifilato alla zia che incontriamo solo la sera della vigilia, a pensieri più intimi per l’amica che vediamo sempre troppo poco, fino a quelli pre-confezionati con i canonici “Auguri” che abbiamo comprato in fretta e furia e attaccato nel modo più sbrigativo possibile ai pacchetti acquistati all’ultimo secondo. È indubbiamente quello appena trascorso il periodo dell’anno in cui più frequentemente prendiamo carta e penna e scriviamo. Non sempre siamo in vena, a volte, anzi, lo eviteremmo, ma comunque ci fermiamo un attimo e riflettiamo. Ci sediamo e per un paio di minuti ci dedichiamo a un’altra persona, a trovare le parole giuste, ad esprimere la nostra idea nel modo migliore. È questo che mi ha sempre affascinato dei biglietti di auguri, il loro segreto: contenere un pensiero speciale.
In un biglietto c’è calore, affetto, intimità. Ovviamente non tutti sono uguali, ma secondo me vale comunque la pena scriverne. Io ne sono sempre stata una vera patita: un regalo, senza biglietto, non era un regalo. Ne ho scritti fin da bambina: adoravo comprarne in cartoleria di colorati, disegnati, griffati. E poi scrivevo, scrivevo, scrivevo… i miei biglietti si trasformavano in lunghissime lettere. Non ho mai avuto il dono della sintesi e spesso con una penna in mano mi lanciavo in lunghissimi appassionati discorsi!
Terminate le feste e i biglietti “per dovere”, ecco qualche suggerimento su quando scrivere biglietti “fuori stagione”… il risultato è garantito! I miei preferiti sono i biglietti della riconciliazione: sono quelli che scrivo di solito la mattina successiva a un litigio, quando capisco che magari si è esagerato e vorrei chiedere scusa. Ecco quindi che due righe (spesso scritte sul primo foglio bianco capitato a tiro) e lasciate vicino la tazza della colazione con la magica parolina “scusa”, riescono a fare molto di più che ore di estenuanti discussioni. Beh, ovviamente, non sono un toccasana per qualunque litigio ed è un espediente che va utilizzato con moderazione! Ne lascio in giro anche per altri motivi: se il nostro compagno (o il nostro coinquilino o i nostri genitori o nostro figlio ecc…) sta vivendo un momento particolarmente stressante fargli trovare un bigliettino per casa in cui gli diamo il vostro sostegno lo aiuterà senz’altro. I biglietti d’incoraggiamento sono molto apprezzati anche da amici e colleghi… in momento in cui siamo un po’ giù di corda o preoccupati per qualcosa, una piccola bustina con un pensiero di chi ci è vicino possono veramente dare la carica!
E poi ci sono i biglietti di ringraziamento: anche se lo abbiamo detto a voce, perché non scrivere quello che pensiamo su un pezzo di carta? Sicuramente riusciremmo ad esprimere la nostra gratitudine nel miglior modo possibile e far sentire chi vogliamo ringraziare veramente al centro dei nostri pensieri.
Oltre a tutte le occasioni in cui durante l’anno i biglietti non possono mancare, come compleanni, ça va sans dire, e poi nascite, battesimi, matrimoni, onomastici (se li festeggiate) ecc., un biglietto che secondo me ha un effetto galvanizzante è quello per la pronta guarigione. Insieme a cioccolatini o fiori, un nostro pensiero sarà sicuramente d’aiuto a chi sta vivendo un momento di sofferenza.
Senza dimenticare i miei biglietti preferiti, i senza categoria: non c’è nessuna motivazione (apparente) per cui scriverli (e questo è il bello!) ma vogliamo dire al nostro compagno, proprio in quel momento, che lo amiamo, alla nostra amica, che non riusciamo mai a vedere, quanto ci manca, a nostra madre che ogni giorno apprezziamo tantissimo quello che fa per noi… ecco, di motivi, per prendere carta e penna, fermarsi un momento e scrivere, ce ne sono un’infinità. Perché, quindi, non provare a “dire” con un biglietto?