Creatività o realismo? Cosa stimolare nei nostri figli?

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Sembra banale come domanda vero? La generazione che oggi si trova ad educare gli adulti di domani è una generazione cresciuta a pane e “creatività al potere”. Siamo figli di genitori cresciuti culturalmente negli anni ’70 e che spesso hanno cercato di darci quella libertà di pensiero che è mancata loro.

Per noi sembra scontato: la creatività prima di tutto.

Chi vi scrive poi è cresciuta con il metodo Reggio Children, con la creatività quale mezzo di apprendimento creativo, in un mix di Montessori e metodo Malaguzzi. Per me non c’è crescita senza spirito creativo.

Però a volte ci si ritrova a dire ai propri figli “resta coi piedi per terra” o “ma cosa ti inventi” quando arricchiscono fatti accaduti con elementi fantasiosi.

Perché in fondo la fantasia e la creatività ci spaventano un po’, soprattutto quando sono ancora ingovernabili come accade con i più piccoli.

Concepiamo l’immaginazione come finalizzata a un atto creativo, ma quando la vediamo correre a briglia sciolta nelle mani e sulla bocca dei nostri figli ne siamo un po’ destabilizzati.

E allora come reagire? Come comportarci?

Contenere o incoraggiare?

Incanalare o lasciar correre senza vincoli?

Credo dipenda da molti fattori diversi e che, come spesso accade, una risposta educativa univoca non sia possibile.

Dipende dall’età del bambino, dal tipo di azione creativa che compie (ok dipingere sul foglio, ma sui muri di casa #ancheno), dall’intensità della sua concentrazione, dal suo carattere (a un bambino molto realista un po’ di fantasia a briglia sciolta non può che fare bene).

Una cosa fondamentale è poi far capire ai bambini che anche nella realtà più quotidiana esiste la creatività, l’immaginazione, il “piglio dell’artista”.

Io ad esempio ricordo bene i “pasti alla disperata” che preparavamo con mia mamma quando ci ritrovavamo a ridosso dell’ora di cena senza che lei o mio padre avessero pensato a cosa cucinare. Si aprivano frigorifero e dispensa e si inventava qualcosa di squisito con quello che c’era.

Merende, pranzi, cene…ricordo pasti meravigliosi nati da questi momenti di brainstorming culinario.

Ecco, anche una semplice merenda preparata “versando dentro tutto quello che si trova” come dice Arianna nella nostra ultima intervista [link all’intervista] è un momento di creazione che può insegnare la magia ai nostri figli.

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