Il cibo e l’amore: le parole comuni

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Nel racconto Quella volta che ti ho detto di sì, già inserito nel nostro e-book Racconti di merende, Maddalena Vicini ci raccontava di quanto semplicemente il suo “lui” le avesse proposto un appuntamento a base di cioccolata fumante e pasticcini, in un bar che poi diventò il luogo in cui tornare per altri momenti teneri. Cogliamo quella suggestione per parlare della relazione che c’è tra il cibo e l’amore e magari sorridere con te pensando, tra l’altro, alle parole comuni ai due ambiti.

Ti mangerei di baci, Ho fame del tuo amore, Ho sete di te, Bocconcino, Frittella mia, e via dicendo, sono espressioni abbastanza ricorrenti che mutuano il linguaggio gastronomico in linguaggio amoroso. Quando il discorso si fa più ardito diciamo che si fa piccante, e se l’amata/o si distingue per un atteggiamento particolarmente affettuoso diciamo che è dolce. Quando invece il rapporto si fa critico diciamo del partner che è come uno yogurt, mentre a Napoli per dire che una persona è l’ideale da amare si dice che è come un babà.

La moderna insistenza della cucina e degli chef nei media, se da un lato sta contribuendo a rendere popolari anche le ricette più complesse, dall’altro non lascia più molto all’immaginazione culinaria, poiché tutto viene spiegato, ogni ricetta è facilmente rintracciabile online (almeno a grandi linee), ogni ingrediente indagato e raccontato. Ma se ci rifacciamo alla letteratura, scopriremo delle meraviglie. A partire da Virginia Woolf che nel 1929 scriveva a Vita Sackville-West, amica e amante «Ho una sola passione nella vita: cucinare» fino ad arrivare a Joanne Harris che in Chocolat, attribuisce alla protagonista la capacità di indovinare il cioccolatino preferito dall’amato, seguendo indicazioni del suo carattere.

Anche il cinema ci viene in soccorso: nel film Julie and Julia una food blogger parla di Julia Child, la donna che insegnò la cucina francese agli americani (tanto per stare negli stereotipi/falsi miti, i francesi sanno TUTTI cucinare mentre gli americani NO), negli anni ’50 e ’60. Oltre alle sue indiscusse abilità culinarie, amava, quest’ultima, suo marito di un amore totale e utilizzava largamente il cibo da lei ben cucinato anche per rafforzare il loro rapporto. C’è poi la tenerissima storia del topolino chef nel film d’animazione Ratatouille, nascosto in un cappello, pilota il protagonista insegnandogli a cucinare così bene da far innamorare la collega di cui è segretamente invaghito.

Con un gesto semplice, che in realtà gli adulti ripetono continuamente (quello di offrire buon cibo per conquistare il cuore amato), in un vecchio spot un bambino armato di un sorriso senza denti, faceva innamorare la bambina dei suoi sogni facendole trovare una famosa merendina tutti i giorni sul banco di scuola. Il momento della merenda, in quel modo, diventava per lui magico, per cui fantasticava di rivelarsi a lei… E tu cosa hai cucinato per conquistare la persona dei tuoi sogni? Hai preferito offrirgli un pasto al ristorante? Un pic nic? Una merenda al mare?

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