La prima volta che l’assaggi

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Dalle vostre parti c’è l’usanza di esprimere un desiderio la prima volta che si assaggia una cosa?

È un piccolo rito che però ci aiuta a capire come i sapori nuovi non dovrebbero spaventare ma creare meraviglia.

La domanda è: riusciamo a trasmettere questo ai nostri figli? Riusciamo a far vivere loro l’assaggio come una cosa bella, un momento felice e fortunato piuttosto che come uno scoglio da superare?

Per farlo uno dei primi sistemi e farli partecipare alla preparazione dei cibi. Spesso questo ci preoccupa: si taglierà? Si scotterà? Però ci dimentichiamo come in molte culture sia normale far partecipare bambini anche molto piccoli ad attività comuni nel villaggio anche usando strumenti che noi riserviamo solo agli adulti.

Ora, senza dare loro in mano un machete, possiamo fare usare un coltello senza lama ai più piccoli per tagliare cibi morbidi, passare a un coltello normale per i più grandicelli e sicuramente lasciare a loro il compito di mescolare, dosare, travasare gli ingredienti.

Tagliare le banane per la macedonia a merenda ad esempio è un’attività facile e veloce che si può eseguire anche con un coltello poco affilato e che ha il valore aggiunto del “buono e mangiato subito”. I bambini adorano farlo!

E se vorranno assaggiare impasti crudi? Al netto della sicurezza degli ingredienti (uova che dovranno essere fresche, carne e pesce crudi che non si dovranno mai far mangiare) è giusto che i piccoli sperimentino gusti e sapori.

Anche perché in questo modo i bambini potranno sviluppare un atteggiamento corretto verso i nuovi cibi, non temendoli e mantenendo anche in questo campo quella curiosità che caratterizza ogni persona di mente aperta e pronto ad affrontare il mondo.

Viviamo infatti in una società sempre più multietnica e “migrante”. Oggi i nostri ragazzi sono qui, ma domani? Quando saranno adulti? O anche solo quando studieranno, come faranno ad affrontare un Paese straniero se decideranno di trascorrere uno o più periodi di tempo in iniziative come l’Erasmus, magari in luoghi lontani e gastronomicamente molto diversi dall’Italia?

Inoltre un bambino che scopre la bellezza di un nuovo sapore è una visione stupenda non trovate?

Gli occhi che si aprono grandi grandi, il sorriso che si allarga e “Buono! Ancora mamma ancora!”. Ammettiamolo: ci rende felici quando un nuovo piatto, magari a base di un ingrediente fino a poco tempo prima rifiutato, viene scoperto e accolto con gioia. Provate con lo spezzafame del pomeriggio, così anche se decideranno che quella particolare merenda non fa per loro non rimarranno digiuni a lungo.

E ora raccontateci voi: i vostri figli sono di quei bambini che assaggiano di tutto o guardano con diffidenza i piatti che non conoscono? E quali sistemi utilizzate (o avete sperimentato con successo) per far provare nuovi cibi?

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