Una merenda…tanti anni fa
Se chiudo gli occhi mi sembra di sentire ancora quell’odore. L’odore della casa quando c’erano i miei nonni ad aspettarmi. L’odore che sentivo appena rientravo a casa dopo la scuola.
Era sempre l’ora di merenda quando arrivavo da loro perché stavo a scuola fino alle 16.30 e nonostante qualche anno fa (inutile insistere, non vi dirò mai esattamente quanti!) fosse molto più comune uscire da scuola alle 13.00, io a fare il “tempo pieno” mi divertivo come una matta.
Volete mettere quell’oretta dopo pranzo di gioco sfrenato con i tuoi compagni? E quei bellissimi laboratori di arti manuali e lavoretti che di solito si facevano al pomeriggio, quando si era già un po’ stanchi e così le ore correvano più veloci? E poi, come potrei dimenticare il divertimento del pulmino che ci prendeva sotto casa e ci portava a scuola alla mattina e poi ci riportava indietro al pomeriggio? Che quando svoltava l’ultima curva io mi allungavo sopra a tutte le altre teste per sbirciare chi ci fosse lì davanti al portone ad aspettarmi: la nonna, il nonno, la zia o la mamma?
E così, quando trafelata e affamata rientravo a casa, mia nonna mi aveva già preparato la tavola, con la tovaglietta e il tovagliolo in tinta, con una tazza di latte e cioccolato con la cannuccia (intonata alla tovaglietta, sia mai) e con qualcosa di dolce da mangiare.
E la sua voce… “Manu, ne vuoi ancora? Non puoi mangiare così poco, devi crescere! Dai, prendine ancora un po’!”
Oggi, quando ci ripenso, sorrido e penso “Dovevo approfittarne, quando mai ora mi ricapita un lusso così?”