Partiamo subito da un presupposto interessante: prima di essere scrittrice sono una lettrice. Vale a dire per sapere scrivere bisogna almeno diventare dei divoratori feroci di libri. E quando apro un libro e leggo l’incipit è lì che decido le sorti della storia. Se le prime righe del romanzo hanno il savoir faire di tenermi con la retina appiccicata su ciò che narrano allora il gioco è fatto. L’autore mi ha conquistata e il libro sarà destinato ai trasferimenti più impensati (dal bagno alla borsa, dalla borsa al comodino, dal comodino al sottobraccio fino ad arrivare alla pagina dei ringraziamenti pienamente soddisfatta di avere impegnato il mio tempo in una storia interessante). Perciò caro autore ecco alcuni trucchi per accattivarti chi ha scelto di leggerti: […]
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Nessuna merenda, per me, ha mai avuto il sapore della merenda allo stadio. Si può raccontare come se fosse una fiaba. C’era una volta, nemmeno troppo tempo fa, anche se sembrano mille anni, stadi dove anche una bambina poteva entrare, pagando il biglietto all’ingresso senza bisogno di registrarsi, presentare documenti e così via. Non che a quell’epoca non succedessero negli stadi cose riprovevoli, addirittura tragedie, ma questo è il MIO ricordo, e solo a ripensarci sento una colata di miele sul cuore. C’era una volta una bambina che andava allo stadio con il papà, e a volte, ma non è sicura che sia un vero ricordo, o invece qualcosa che le è stato raccontato poi, anche con il nonno. Ci andava in pullman, e si […]

Ho un rapporto definirei atavico con Alice e i suoi personaggi fatti di Nonsense che vivono anarchici in un paese dove i fiori hanno diritto di parola, i bruchi fumano e le lepri preparano il tè versandoselo direttamente dal colletto della camicia, facendoselo scorrere fluido lungo il braccio fino a farlo fuoriuscire a effetto cascata dalla manica ad una tazza decorata. Quante volte ho sognato di canticchiare “un buon non compleanno a chi? A te!” mangiucchiando pasticcini colorati ripieni di ogni possibile farcitura zuccherosa. E quante volte ho raccontato a Camilla il momento del tè tra il Cappellaio Matto e la Lepre Marzolina: “immagina un bosco verdeggiante e un prato soffice. Immagina poi una tavola imbandita di tazze, tazzine, bricchi, teiere, vassoi d’argento, biscotti, biscottini, […]