Facciamo merenda con Alice e le sue meraviglie?

alice nel paese delle meraviglie

Ho un rapporto definirei atavico con Alice e i suoi personaggi fatti di Nonsense che vivono anarchici in un paese dove i fiori hanno diritto di parola, i bruchi fumano e le lepri preparano il tè versandoselo direttamente dal colletto della camicia, facendoselo scorrere fluido lungo il braccio fino a farlo fuoriuscire a effetto cascata dalla manica ad una tazza decorata.

Quante volte ho sognato di canticchiare “un buon non compleanno a chi? A te!” mangiucchiando pasticcini colorati ripieni di ogni possibile farcitura zuccherosa.

E quante volte ho raccontato a Camilla il momento del tè tra il Cappellaio Matto e la Lepre Marzolina: “immagina un bosco verdeggiante e un prato soffice. Immagina poi una tavola imbandita di tazze, tazzine, bricchi, teiere, vassoi d’argento, biscotti, biscottini, tramezzini, panini dolci salati…”

“basta mamma! Che fame mi è venuta! Facciamo merenda?”

“come Alice?”

“come Alice!”

Ok, il bosco non c’è ma abbiamo la nostra fantasia che ci aiuta a creare scenari da sogno, ricostruire il mondo pazzerello che la bionda bambina esplora con grande curiosità e fantasticare di incontrare Humpty Dumpty, la Regina di Cuori, i soldati con il corpo di carte da poker mentre abbiamo la bocca piena di… merenda.

“Sai che Alice è golosissima di cioccolato?

“come me allora! Ed è il cioccolato che l’aiuta a diventare gigantesca o piccola piccola”

Uhm, si sono invertiti i ruoli …

“in più le fa diventare i capelli lunghi, morbidi e boccolosi”

Inizia a prendere una fetta di pane e apre il barattolo della crema alla nocciola, ed inizia a spalmarla…

“E in più la fa diventare anche invisibile!” Ma com’è brava a inventare storie… da chi avrà preso?!

 Camilla inizia a mangiare con gusto la sua fetta di pane e poi mi fa: “tanto lo sai che non è vero niente, mami, mi sono inventata questa cosa per fare questa merenda. Io la conosco bene, bene la favola di Alice e non c’è nessun cioccolato magico!” Camilla mi guarda con furbizia, mentre assapora con soddisfazione la sua merenda. Poi mi si avvicina scoccandomi un bacio melassoso sulla guancia e mi augura: “buon non compleanno, mammina!”

 

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