Un romanzo si scrive a caso o no?

romanzo

Non credendo al caso ed essendo entrata “casualmente” nel firmamento della narrativa contemporanea  con un romanzo autobiografico dedicato a uno dei temi più scottanti del secolo (la maternità tradotta in termini di post parto, roba da brividi) dichiaro che un romanzo si scrive perché semplicemente si desidera farlo.

Se c’è qualcosa che si vuole dire la si dice e se la si vuol fare in linea di massima si passa al lato pratico per la sua realizzazione. Così vale per una storia da scrivere. Se c’è la reale necessità di comunicare al mondo qualcosa che riteniamo condivisibile e soprattutto costruttivo (e non solo per riscuotere il tanto agognato successo) vale dunque la pena prendere carta e penna, o, meglio, tastiera e mouse e gettare lettere e punteggiatura su un file word, come un artista miscela tratti e colori su una tela bianca candida.

Se si ha una idea precisa anche carente di linee marcate che possano plasmarla in un primo elemento narrativo vale la pena comunque imprimerla subito, traslarla da noi al mondo per poterla vedere chiaramente e fare di lei una storia interessante da trasmettere al lettore che apprezzerà senz’altro il sentimento, il trasporto, l’emotività che serpeggiano nelle sue parole.

Un libro è uno strumento prezioso, riesce a dilettare, commuovere, indignare, pensare e spesso aiuta a mettere controtendenze nella propria vita che regalano quel cambio di marcia utile a farci crescere.

Di un libro puoi estrapolare la frase che rappresenta un riferimento che incoraggia nei momenti “no”, lo puoi tenere in borsa, accanto a te adagiato sul comodino della camera da letto, sulla mensola sopra la tv. Un libro dona molto più di quello che ci si aspetta, insegna a mantenere una buona grammatica e a beneficiare di un’oratoria gradevole, fa ridere, sperare, piangere e sognare. È una palestra per la mente, le concede un buon sviluppo degli “addominali”.

Un libro se scritto  regola d’arte lo leggi piano sperando di dimenticarti l’intera storia e poterla riaffrontare una volta arrivata ai “ringraziamenti”.

Un libro arreda, colora una stanza. Lo puoi trovare con il book-crossing  anche su una panchina del parco sfogliato dal vento.

Un libro è una ricchezza del mondo, uno scrigno di vite vissute che dà senza chiedere nulla a parte quella di venire aperto.

Un romanzo lo vedo come frutto di una causa piuttosto che del caso. E si sa che da un’ottima causa nasce sempre un interessante effetto…

Lascia un commento