Un piccolo topolino

famiglia

L’altezza è sufficiente quel tanto che mi basta per sbucare, con gli occhi e la fronte, dal piano del tavolo e per aggrappare le mie manine al bordo, agganciandole alla tovaglia a quadri verdi e bianchi, ruvida, che nonna Lisa ha cucito da sola.
Loro due sono di spalle, mentre io mi acquatto e, silenziosamente, afferro quel pezzetto di pane e parmigiano.
Loro due fanno finta di essere distratti, parlano tra loro in quella lingua antica.
Nella cucina di casa di nonna Lisa e nonno Vincenzo, un piccolo topolino, che sarei io, cerca di fregare al nonno un pezzo di parmigiano avanzato dalla grattugia.

“Nah, Lisa, è rimasto un pezzetto di formaggio!” dice mio nonno con quel ritmo pugliese nella voce.
“Mo’ lo metto qui. Lo metto sul tavolo, su un pezzetto di pane…speriamo che non se lo mangia nessun topolino!”
E’  il mio segnale: di soppiatto (ma neanche tanto) sguscio nella cucina piena del sole delle cinque e piena del profumo, un po’ acre e crudo, del pomodoro pelato che inizia a cuocere nella pentola.
Afferro l’esca e affondo i denti in quel bottino fresco e fragrante.
Nonno si gira di scatto “Mado’, Lisa, un topolino!!! Ci sta un topolino che si sta mangiando il formaggio!”
“Mado’, Vince’, acchiappa, acchiappa!”

La mia risata inizia a rimbombare per tutta la casa mentre cerco di scappare via, ma le braccia di nonno mi travolgono e mi mangiano e rido ancora di più e comincio a gridare forte forte, come una campanellina impazzita.

Quella risatina da bimba che ha il profumo del pane e parmigiano e che si scioglie all’aria, come la nuvola di vapore della pentola della cena.

Autrice : Momo

 

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