Descrivere i paesaggi

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“Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte…”.

Questa è forse la più famosa descrizione di un paesaggio di tutta la letteratura italiana. Ovviamente si tratta dell’incipit dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, ed è la pietra di paragone letteraria per ogni scrittore che si cimenti nella descrizione dell’ambiente che lo circonda.

Un paesaggio può essere descritto in diversi modi. Vediamo i tre principali.

Dal generale al particolare

Possiamo iniziare a descrivere il nostro ambiente come se guardassimo una fotografia sfuocata: possiamo iniziare tratteggiando l’ambiente generale in cui ci troviamo per poi mettere a fuoco la nostra immagine e calarci nei dettagli.

Partiremo ad esempio spiegando se siamo in un ambiente di mare o di montagna, in campagna o in città, per poi passare a descrivere il dettaglio degli edifici, dell’atmosfera e degli spazi naturali.

L’immagine di questo post verrebbe descritta, ad esempio, in questo modo:

“Colline dalle sfumature di smeraldo si rincorrono davanti ai nostri occhi e subito notiamo le viti in filari ordinati che ci guidano fino all’inizio di uno stretto viottolo da cui saliamo rapido in mezzo ai cipressi fino a sbucare alla porta di una grande villa di campagna con una luce calda a darci il benvenuto”.

Dal particolare al generale

Quale è l’elemento centrale del nostro paesaggio? Dove si svolgerà l’azione successiva? Sempre riferendoci alla foto qui sopra possiamo pensare che sarà all’interno della casa, magari raccontando di un pasto in famiglia, largamente guadagnato dopo la salita a piedi su per la collina.

Possiamo quindi pensare di impostare così il nostro racconto:

“La casa fa capolino da un boschetto di cipressi e ci guarda salire lungo il ripido viottolo che dal vigneto percorre una delle colline verdeggianti di viti e prati che lo sguardo abbraccia ubriacandosi di pace e silenzio”.

È come tenere l’oculare della macchina da presa stretto su un dettaglio che poi allarghiamo mano a mano come a prendere respiri sempre più profondi.

La descrizione come una domanda

I lettori amano essere coinvolti nella narrazione, essere chiamati in causa e un modo semplice per farlo è utilizzando le domande come descrizione di una situazione o di un ambiente.

Una domanda che non è ovviamente dialogo ma che rende chi legge parte integrante della storia.

La nostra immagine sarebbe quindi presentata in questo modo:

“Vedete quella casa di campagna, grande ma semplice, che sbuca dal boschetto di cipressi? E la luce calda che illumina il freddo verde delle colline coltivate a vigneto? Cosa troveremo dentro quelle mura dopo essere saliti dal ripido viottolo fin sulla cima del pendio?”.

Consigli finali

Non è necessario usare sempre lo stesso stile narrativo quando descriviamo un paesaggio. Alternarli renderà il testo più movimentato e interessante, evitando di appiattire lo stile e rendendo il nostro racconto ricco di fascino.

Ma ora toglieteci una curiosità: nella letteratura italiana qual è secondo voi la più bella descrizione di un paesaggio che sia mai stata scritta?

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