Le uova di Liliana
Ciao nonna, ho fame! Mi dai la merenda?
Aspetta non è ancora ora! Ma io ho fame!
Va bene, dai iniziamo a prepararla…
Mi fai lo zabaione?
Lo zabaione? Beh se la Liliana ha le uova fresche si!
Corri, vai a chiedergliele!
Subito nonna arrivo!
E volavo dalla Liliana, un donnone rosso di capelli che abitava nella casa di fronte a quella di mia nonna, in una cascina un po’ malconcia nei muri ma ancora fervente di abitanti…. Le galline erano libere nell’aia e dietro l’aia solo campi di mais a perdita d’occhio.
Solo con le uova della Liliana fresche di giornata mia nonna faceva lo zabaione tranquilla.
Eccomi nonna! Due uova!
Due! E per chi è il secondo?
Per te no?
Va beh, va beh!
Chissà perché, pensavo, la nonna non ammetteva di essere golosa! Lo zabaione è buono così come il sole è caldo. Allora non capivo, le portavo le uova e basta, uno per me e uno per lei, guardandola affascinata mentre prendeva la ciotola e il frustino, magica invenzione! Poi rompeva i gusci e con tuorlo e zucchero iniziava a sbattere e io bramavo poterla aiutare.
Posso sbattere un po’ io?
Si fai un po’ tu, vado a prendere il marsala…
Poi ne versava giusto un cucchiaino e riprendeva in mano il futuro della mia merenda, mentre guardavo ammirata la forza che metteva nello sbattere il composto. Forza che trasformava uova, zucchero e marsala in una crema spumosa e aromatica.
Evviva! l’ora della merenda era arrivata! Al tavolo della cucina, mia nonna serviva lo zabaione a me e a lei con una fettina di “pinsa” e una tazza di te.
Che buono! È finito?
Si hai ancora fame?
No…
Vai a giocare allora!
Vado… Ciao!
Ciao, dove vai? Sull’argine in bici!
Ciao!