Operazione merenda
Avete presente le pubblicità della merenda per i bambini? Quelle in cui la mamma trilla felice “Bambini, merenda!” e i piccoli ben vestiti e vivaci il giusto arrivano sorridenti in cucina e si dispongono ordinatamente intorno al tavolo, in attesa della loro razione? Ecco, scordatevele.
Nel senso che non so cosa capita nelle vostre case, ma nella mia non succede esattamente così.
In genere lo scenario nel week and -perché durante la settimana il momento merenda è a carico delle maestre dell’asilo, benedette donne – dicevo, lo scenario è all’incirca il seguente: mentre io sono in cucina guardano compulsivamente l’orologio per capire quanto tempo libero ancora mi resta, a un certo punto sento sgambettare dietro la porta della camera da letto. Mi affaccio e in genere è il più piccolo, Eliandro (2 anni) , famoso in questa fase della sua vita per svegliarsi di umore piuttosto incerto. Infatti mi guarda e la prima cosa che dice, a scanso di equivoci, è No.
Hai dormito bene amore?
No
Vuoi un po’ d’acqua?
No
Ascoltiamo la musica?
No
Cosa ne pensi della crisi politico economica in corso?
No
Appunto. Nel frattempo, questa sequela di monosillabi in tonalità crescente, ha svegliato il fratello maggiore, Lemuele (3 anni), che si affaccia con faccia scarmigliata in cucina e si lancia con un doppio carpiato sul divano. Naturalmente i due cominciano a beccarsi (credo sia nel DNA dei fratelli maschi sotto i 30 anni, età in cui – forse -lasciano la casa dei genitori) e io, per distrarli dalle loro scaramucce, propongo la merenda.
Il primo ad accettare con giubilo è sempre Eliandro, la buona forchetta, che finalmente si produce in un ben scandito Sì, mamma, mangio, io. Seguito a ruota dal fratello, non fosse altro che per il terrore che gli venga ingiustamente sottratto il boccone.
Dopo aver chiarito la non semplice questione del cosa, eccoli intenti a sgranocchiare e, in parti uguali, sbriciolare cibo ovunque e spalmarsi lo spalmabile addosso – mani viso vestiti, quando va bene.
Io guardo i due scalmanati e un po’ cerco di tenerli a bada, un po’ me la rido. E mi godo lo spettacolo di quei due monelli tutti spettinati e arruffati, guance rosse di sonno e baffi di cioccolato. E me la rido ancora, perché penso che, insieme alle mie da bambina, sono le merende più belle e dolci della mia vita.
Autrice: Fioly Bocca