Separo in quarti quei fichi innocenti

fichi

Separo in quarti quei fichi innocenti

Ferite aperte di laceri frutti

Gettati al rogo gherigli distrutti

Con bucce arancioni e malli in frammenti

Barattoli aperti, vuoti, insolenti

Attendono di esser riempiti, tutti

A breve, a intervalli di caldi flutti

Solenne promessa ai sensi gaudenti

L’attesa accresce la voglia per giorni

Il dito affonda una monelleria

Che al gusto dà inverno e liete campane

In domenica, freddi ai borghi ritorni

Dolce sapore in bocca di allegria

Spalmata arrogante in crosta di pane

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